
Presunti abusi nella comunità spirituale di Campli, il processo va avanti
- Admin Cesap

- 5 giu
- Tempo di lettura: 2 min
Si va avanti con l'ascolto di testimoni e parti civili
Una nuova udienza si è svolta presso il Tribunale di Teramo per il processo a carico di Pietro Tamburella e Valeria Ficarra, presidente e segretaria della comunità spirituale di Campli "Umani in divenire", imputati per violenza sessuale nei confronti di 11 donne, tutte costituite parte civile. Le persone offese sono rappresentate dai legali del CeSAP – Centro Studi sugli Abusi Psicologici – gli avvocati Paolo Florio e Donatella Casini. Le vittime si sono rivolte all’associazione, con sede in provincia di Bari e presieduta dalla psicologa Lorita Tinelli, che da anni si occupa della prevenzione e del contrasto agli abusi su tutto il territorio nazionale.
Tamburella e Ficarra, difesi dagli avvocati Giampaolo Magnanimi e Lauro Tribuiani, sono stati rinviati a giudizio su richiesta del sostituto procuratore Silvia Scamurra. Secondo l’accusa, in concorso tra loro avrebbero attuato “un collaudato schema comportamentale in cui rituali pseudo-religiosi dissimulavano vere e proprie aggressioni di natura sessuale”.
È durata a lungo l'audizione di una testimone nell'udienza di questa mattina, che ha raccontato la sua esperienza con gli imputati, con la comunità e con gli adepti. Come da schema, anche lei sarebbe entrata in contatto con Umani in Divenire in un momento di debolezza, attraverso un'apposita piattaforma. Nel suo racconto, talvolta accompagnato dallo sguardo fisso su Tamburella con cui si palesa un rapporto di affetto, figura un ragazzo disabile (che sarà ascoltato nella prossima udienza) che sarebbe stato vittima del presunto sistema criminoso che le parti offese finora sentite hanno portato alla luce: digiuno e privazione del sonno per portare all'indebolimento della mente e coinvolgere successivamente gli adepti a prendere parte a rituali sessuali. Il ragazzo sarebbe riuscito a fuggire il giorno successivo a un abuso, chiamando il padre per farsi venire a riprendere.
All'interno della comunità ci sarebbero al momento, oltre ad alcuni adepti, anche tre bambini.
Le vittime sarebbero state scelte in base alle “condizioni di vulnerabilità fisicopsichica” in cui si trovavano e sarebbero state adescate “abilmente in internet attraverso una piattaforma denominata TARDIS”, come riportato negli atti.
L’impianto accusatorio fa riferimento a numerosi episodi: in molti avrebbero donato ingenti somme di denaro per sostenere la comunità, mentre altri hanno raccontato di violenze subite dopo aver disobbedito a ordini come “ostentare il preteso sorriso”. Alcune punizioni inflitte, secondo l’accusa, avrebbero avuto lo scopo di instillare un atteggiamento di soggezione e sottomissione nelle vittime.
Pubblicato su "Il trafiletto" il 5 Giugno 2025




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