Si chiama Sugar Show il corto d’animazione realizzato dall’artista russa Liana Makaryan che ha voluto elaborare in questo modo la fine di una relazione tossica. Nei sette minuti del corto illustra la manipolazione affettiva che si alimenta di ipocrisia, falsità, trucchetti usati per catturare l’attenzione di qualcuno e poterla poi sfruttare e manipolare a proprio piacimento.
La trama è semplice ma d’effetto e le immagini raccontano alla perfezione come agisce un manipolatore. Un bambino poco amato una volta adulto diventa un predatore senza scrupoli che ha bisogno sempre di nuove prede per colmare il suo vuoto interiore.
L’autrice lo ha reso disponibile online e qui c’è il link per poterlo guardare.
Apprezzato molto dal pubblico, come si può vedere dai commenti lasciati sulla pagina del video, il corto è stato realizzato nel 2021 ed è approdato in diversi festival d’animazione (quali Animaphix, a Bagheria; Piccolo Festival Animazione di San Vito al Tagliamento, qui ha ricevuto una menzione speciale dalla giuria); nel febbraio 2022 ha vinto il premio come “Miglior corto d’animazione” al Moscow Indie Film Festival.
Le partecipazioni ai festival si sono improvvisamente interrotte subito dopo l’invasione russa in Ucraina: gli artisti russi sono stati esclusi da tutti i contesti culturali, la stessa Makaryan ha subito la squalifica del suo corto in due festival europei, solo a causa della sua origine.
Liana Makaryan nata e scresciuta a Mosca nel 1993 ha studiato presso il VGIK, l’università statale pan-russa di cinematografia. In passato ha realizzato altri due corti selezionati in diversi festival internazionali (Parable of the Blind, del 2018, e Running After Wall, del 2020).
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